Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda

Anno VI, Numero 55, ottobre-novembre 2002


Educazione di pastorale clinica
 
L'espressione forse non è ancora entrata del tutto nel pensiero quotidiano come essa si dovrebbe, ma possiamo avvicinarci all'esigenza di tale compito e, al suo contenuto.

Vi emergono tre concetti che ci guidano alla comprensione: clinico, significa il contesto dove si svolge l'attività (ospedali generale, poli psichiatrici, centri di riabilitazione, comunità terapeutiche, case per anziani ecc), dove lo studente o il specialista di pastorale della salute incontra le persone malate. Fare pastorale significa fare proprio lo stile del buon samaritano (Lc 10, 29-37) e interiorizzare le caratteristiche del buon pastore (Gv 10, 11-17). L'educazione alla pastorale clinica significa il modo di apprendimento durante il quale l'operatore della salute fa proprio il sapere teologico, psicologico, sociale necessario, attraverso quali diventa sempre più adatto alla comprensione e all'aiuto delle persone malate.


La formazione dei buoni operatori di salute è il compito fondamentale di ogni chiesa cristiana, perché attraverso il loro lavoro si compie il messaggio più importante del Vangelo: la sofferenza riceve senso teologico e il sofferente diventa parte integrante della sofferenza redentrice del Signore.


Perciò l'obiettivo generale dell'educazione pastorale clinica è la formazione di operatori pastorali maturi e competenti, capaci di comunicare alle persone l'amore redentivo del Signore, aiutandole a superare creativamente la loro situazione di malattia e di crisi o ad avanzare nel loro sviluppo umano e spirituale.


Numerosi obiettivi specifici contribuiscono alla realizzazione dello scopo principale dell'educazione pastorale clinica:

1. L'esplorazione responsabile della propria personalità, che significa l'acquisizione delle attitudini fondamentali umani e spirituali; nel linguaggio della psicologia è la qualità d'essere del terapeuta sull'efficacia della terapia.
2. L'acquisizione di un senso d'identità pastorale soddisfacente ossia il chiarimento della relazione del proprio essere e le esigenze del ruolo pastorale.
3. L'apprendimento della riflessione teologica sulla propria esperienza pastorale, o imparare a "fare teologia", sviluppare una lettura teologica nella propria spiritualità.
4. L'appropriazione di tecniche miranti a facilitare l'esercizio del ministero pastorale, ascolto, risposte adeguate, identificare i bisogni dei malati, onestà, efficacia.
5. L'esposizione a differenti metodi di approccio pastorale.
6. L'acquisizione di una capacità di collaborazione.
7. L'apprendimento a trasferire con facilità ad altri settori ciò che è stato appreso in un determinato contesto.

IL IV INCONTRO ECUMENICO DEI CAPPELLANI D'OSPEDALE
DI TRANSILVANIA – CSÍKSZEREDA, IL 18-19 NOVEMBRE
 
Programma
18 novembre lunedì
8,00 - Colazione
9,00 - Preghiera
            L'educazione pastorale clinica
9,30 - Analisi dei verbali
10,30-11,00 pausa
11,00-12,30 - Analisi dei verbali
13,00 - Pranzo
15,00 - Analisi dei verbali
16,30-17,00 pausa
17,00-18,00 - Dinamica di gruppo
18,30 - Preghiera comune con i malati (dermatologia)
20,30 - Cena
19 novembre martedì
8,00 - Colazione
9,00 - Preghiera
            Problemi fondamentali della relazione pastorale d'aiuto
10,00 - Analisi dei verbali
10,30-11,00 pausa
11,00-12,30 - Analisi dei verbali
13,00 - Pranzo
15,00 - Analisi dei verbali
16,30-17,00 pausa
17,00-18,00 - Dinamica di gruppo
18,30 - Cena
 
Notizie:
* Finora vive l'entusiasmo dei partecipanti dei ritiri di quest'estate. Alcuni dicono che: "non è possibile dimenticarlo...", per gli altri: "sono stati i giorni più felici della mia vita...".
Margherita Ferenczi notava i programmi di tutti i giorni, con un attenzione particolare ai cibi della cuoca. Conclude così il suo diario: "Sono stata molto contenta del ritiro, le l’ho detto alla mia famiglia che non sono la stessa Margherita che ero prima del ritiro. Sono stata partecipe di tante guarigioni spirituali!" E ancora un post-scriptum: "Abbiamo ricevuto molte grazie!!! GRAZIE A BUON DIO!!!" La sua preghiera arcaica, imparata nella prima infanzia era tale: "Sia poco ossia molto, siamo grati in ogni modo!"
* tra 1-30 settembre sono stata a Verona a partecipare ad un corso di pastorale clinica, tenuta dal ex padre Generale, Angelo Brusco; tra 1-9 ottobre le ho guidati i delegati della Scuola Popolare di Arte di Csíkszereda: il 2 ott. siamo stati a Bucchianico, città natale di San Camillo; tra 3-5 abbiamo partecipato alla Conferenza Internazionale di Arte-terapia di Terni. I miei amici l’hanno incantato il pubblico con la loro musica, io l’ho tenuto una relazione sul "Pensiero filosofico dell'uomo siculo/seclero di Transilvania nell'incisione in legno"; tra 6-9 ott. abbiamo visitato Roma, la città eterna, dove siamo stati gli ospiti dell'Ambasciatrice di Ungheria, Enikő Győri.
* il 25 novembre: incontro camilliano con santa messa.


Con affetto, Maria-Hajnalka Bakó, - 4 100 Miercurea-Ciuc, Str. Hunyadi János 45/A/27, Romania;

Tel/Fax: 0040 266 316-830 - 0040 721 088 154; E-mail: bakohajnalka@nextra.hu


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