Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda


Anno XXVI, nr. 273, gennaio 2022 - 1222 La Bolla d’Oro, Costituzione del re ungherese Andrea II ha 800 anni


Benedizione delle dimore

La benedizione delle dimore è uno degli eventi più importanti nella tradizione della nostra nazione sicula. A tale giorno, almeno un membro di ogni famiglia cerca di stare a casa per ricevere la Santa Croce personalmente. Sono momenti toccanti, perché la liturgia di questa giornata illustre aiuta a preparare e sintonizzare l’arrivo del parroco che visita i suoi fedeli. Dove la parrocchia è assai grande, un giorno non basta, perciò iniziano prima della festa e continuano anche dopo.
            Quando si celebra la festa della benedizione delle dimore? Risposta: Il 6 di gennaio.
                 
La nostra liturgia cattolica celebra maestosamente l’evento, ogni suo movimento riflette gioia sia a coloro che la presentano che alle famiglie riceventi. Per la giornata dell’Epifania la parrocchia coinvolge anche i chierichetti al lavoro, che esercitano i loro compiti secondo ruoli specifici, salutando le famiglie accoglienti cantando, recitando saluti, prima dell’arrivo del parroco  e il suo accompagnamento con la Santa Croce. C’è dove chiude la linea il Consiglio della Parrocchia.
In quale ordine arrivano i chierichetti preparatori della benedizione della dimora?
            Risposta: Prima vengono che suonano le campanelle, poi arrivano i “veggenti”.

La festa dell’Epifania infatti raccoglie in sé tre celebrazioni.
La prima è la visita dei magi orientali presso il Figlioletto di Dio.
Ci sono molte belle storie ad esso associate, la saggezza della conoscenza, vestita di umiltà, loda la madre e il suo bambino. Il Signore appare davanti il mondo della gente, epifania. In Italia si chiama “befana”, quando i genitori, i nonni sovrabbondano dei regali i figli, i nipoti, gli portano al Bambino Gesù di Praga, alle mostre di presepi, fanno festa all’aperto..
Secondo la leggenda i magi sono venuti da una terra lontana, su una via guidata di una stella.
            Come si chiamavano questi tre magi? Risposta: Gaspare, Melchiorre e Baldassarre.
           
La seconda celebrazione ci racconta il battesimo del nostro Signore.
San Giovanni Battista preparò la via di Gesù, ma appena arrivato il Salvatore, san Giovanni si ritirò, dando questo “servizio” a lui, che l’ha riconosciuto come più grande di lui.
Il Signore Gesù si sottomise al battesimo con acqua, durante il quale fu udita una voce dal cielo, come testimone di Dio padre:
“Tu sei il mio amato figlio, mi diletto in te” (Lc 3,22)
            Dove si è battezzato il Signore Gesù? Risposta: Nelle acque del Giordano.
           
Anche la terza festa ha un valore eccezionale nel Vangelo, che ricevette il titolo “Le nozze di Cana”. Questa località si trova al Nord di Galilea, al lato dorsale della montagna dietro la città Nazareth. La posizione della città è come Napoli. C’è un enorme calderone, orientato a sud, e sul versante a nord, c’è la patria del buon vino, Cana. Questo luogo ha ospitato un evento importante nella vita del Signore Gesù, perché è stato qui che ha compiuto il suo primo miracolo pubblico.
            Quale miracolo è collegato a Cana? Risposta: Il cambiamento dell’acqua al vino.

L’articolo sulla pagina 10: https://issuu.com/krisztusvilaga/docs/krisztus-vilaga_01_2022
Notte Sacra – Mária radina/visita a Maria nella sua maternità - Minus Marika

            La Notte Sacra in sé è unico. Non a caso che la nominiamo così. Ci siamo tra cielo e terra con Dio. Nostra anima diventa la sua dimora, i nostri fatti riflettono il suo amore, la sua luce. C’è un festeggiare intimo, pacifico, quando quello che si trova fuori diventa interno e quello che si trova dentro, diventa esterno. C’è donazione. La donazione dell’Amore con maiuscolo, quello dell’uomo al Creatore e viceversa. Reciprocità, che opera in parità, quando non c’è bisogno di spiegazioni, perché ci capiamo.
                Ho sempre amato ammirare i presepi, e non mi sono mai stancato se rimaneva lo stesso mentre stavo crescendo, perché in qualche modo ho sempre trovato il messaggio in esso che era sempre nuovo. A Roma poi mi sono ancorato a un volto che mi ha incantato. una manifestazione tangibile di umiltà e pace brillava dal suo vizo. Non potevo riempirmi della sua ammirazione. Il noto personaggio era una statua delle feste natalizie nella chiesa di Santo Spirito in Sassia (cui ospedale lavorava San Camillo, oggi è il centro della Divina Misericordia). Al natale rappresentava un pastore adorante, all’Epifania invece era il più mite tra i tre magi. Non posso immaginare più degnamente in mago (Saggio Orientale) come lui.
            Il nostro festeggiare Sicula non si vergogna delle belle tradizioni. Nella vigilia di Natale, la cena dopo la messa si chiama Maria Radina, visita a Maria nella sua maternità. Il concetto della Radina significa la visita della madre partorito recente con un cestino grande fatto per tale scopo artisticamente, con dei vari cibi per una cena a due famiglie, per quella visitata e visitatori. Al solito rimane anche per il giorno dopo.
            Ho ricevuto questa esperienza per la Sacra Notte di 2021 anche se con qualche differenza ma in essenza la stessa cosa. Prima di Natale ho accolto una vecchia “conoscenza” nel mio piccolo appartamento, che oltre la conoscenza, ora era arrivata da lontano. Sulla base degli ordinamenti odierni, doveva passare i suoi due settimane di “divieto di uscire”. Così è stato creato l’ambiente di Betlemme. Era vietato anche la sua visita, solo tramite la finestra, come ai tempi ospedalieri facevano raramente i miei genitori.
            Alla Sacra Notte però dopo la celebrazione dei pastori e della santa messa l’ha visitata, portando a mia protetta, la Maria Radina. Stando davanti la finestra, potevo offrire a lei il mio “pacco” e abbiamo parlato a lungo. Ci siamo ricordati che lei era un’alunna che avevo iscritto nella Scuola Popolare di Arte della città per un anno con altri otto ragazzi. Lei studiava balletto, suo fratello clarinetto (mia figlia cresciuta ordinamento di vetrine). Avevo ricevuto i soldi per tale opera da Csurka Gabriella che era a quel tempo una delle ricercatrici di Nizza. Perfino oggi sono grata a lei per tale magnanimità.
            Non ho avuto una vigilia di Natale così bella dai primi anni '90. Allora abbiamo cantato le donne dell’Associazione del rosario di Csomortán. Il nostro cuore e l'espressione facciale è stato sincronizzato come il mago della Chiesa dello Spirito Santo. A quel tempo abbiamo riso forte di gioia, eravamo allegri e correvamo veloci. Ora stavo sotto la pioggia accattivante davanti alla finestra e lottavo con le lacrime per ricordare gli eventi del passato e del presente, ritrovarsi di nuovo in spirito, com'era una volta nell'abbraccio di Hargita in quell'indimenticabile ritiro di Szeltersz insieme. Oh notte benedetta, hai portato la pace.

Sinodo diocesano
            La nostra diocesi ha annunciato il Sinodo al quale ha invitato anche la nostra Famiglia Camilliana Laica “San Camillo”. Il 13 marzo 1998, l'arcivescovo György Jakubinyi ha firmato la sua licenza d'esercizio come movimento diocesano. Nel luglio di 1998 si è preparato il proprio Statuto, col titolo “Formula di vita” secondo il pensiero di San Camillo. Nel novembre a Roma nacque lo Statuto generale in inglese e italiano, che fu avallata nel 2001 da Santa Sede. La versione con paragrafi numerati è uscito poi nell’ottobre 2002.

Imre Lizi, la prima presidente della nostra Famiglia Camilliana Laica eletta liberamente ha chiesto l’esenzione dal suo ufficio, che è stato accettato da ogni membro della Commissione Centrale della FCL Internazionale. Sin dalla fondazione il presidente fu il don Baricz Lajos, parroco di Marosszentgyörgy, nominato dal P. Anton Gots (1994) fino l’elezione di lei. La questione è andata avanti dal 26 febbraio 2020.

Notizie:
*  Nel corso di gennaio terremo una presentazione sulla spiritualità di San Camillo, “col cuore di madre” nel quadro del Sinodo diocesano nella chiesa di Csomortán, prima della messa con i membri del rosario e altri.

Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail:  kamillianus@gmail.ro – Archivio: www.camillo.romkat.ro (it), http://www.kamill.romkat.ro/ (mag)


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