Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda


Anno XXV, Nr. 271 – novembre 2021  -  52 Congresso Eucaristico Internazionale a Budapest/Ungheria


Il Padre Csiszer Imre Elek OFM

E’ il religioso francescano nato 165 anni fa a Csobotfalva di Csíksomlyó, strada Kájoni János, 72. La casa, che ha più 150 anni, è una delle più vecchie case della località. Sulla facciata frontale della casa stava la tavola di marmo bianco di 80x48 cm, che è stato inaugurato il 13 agosto 1944. La sua posizione, nel profondo del muro può ancora essere vista fino ad oggi.
Il nome secolare del padre che è decisivo nella sua vita, coincide quasi con la data di nascita.
            Quando è nato il padre Elek? Risposta: Il 6 novembre 1856.

Ha fatto il liceo a Csíksomlyó. All’età di 19 anni, nel 1875 è entrato nel legame dell’Ordine Francescano.
            Dove è entrato nel legame dell’Ordine Francescano? Risposta:  A Kolozsvár.

Ha compiuti gli studi teologici a Kolozsvár, essendo ordinato sacerdote nel1879. Dopo questo prende inizio il suo cammino di vita colorato e ricco. Per primo era insegnante a Csíksomlyó, poi nel 1883 a Nagyszeben fa il predicatore. A 28 anni ritorna a Csíksomlyó, dove dai propri fonti economici fa fare del pane per i poveri ogni lunedì.
            Quando ritorna a Csíksomlyó? Risposta: Il 1884.

Da giovane sacerdote nel 1883 ha iniziato la più grande e importante lotta della sua vita, che era quella di ripristinare la disciplina monastica all’interno dell’Ordine Francescano. Il movimento da lui iniziato è diventato generale in tutta la chiesa, nel 1897 il papa ha reso obbligatorio per i francescani che vivono in tutto il mondo per migliorare il senso dell'ordine.
            Chi era questo papa? Risposta:  Il papa Leone XIII.

Il religioso ascetico serviva e riformava nei vari monasteri di Transilvania, poi quale provinciale rimase a Brassó fino la fine della sua vita. Per la condotta di vivere sacramentalmente e fervore per le anime è stato venerato come santo. La Provincia di Transilvania ha iniziato il processo della sua beatificazione nel 1947, che procedeva di nuovo solo molto dopo aver sciolto l’Ordine durante il comunismo.
            Da quando si poteva sollecitare di nuovo il processo di beatificazione?
Risposta:  Solo dal 1992.

 

In forma virtuale articolo su pagina 11: https://issuu.com/krisztusvilaga/docs/krisztus-vilaga_11_2021

Dopo 24 anni mi sono impegnata di nuovo al servizio della parrocchia San Pietro e Paolo di Csíksomlyó, questa volta a preparare i giovani per la cresima con Göthér Gergely parroco.
            Mio tema è: L’amore della Santa Trinità in noi – nella pastorale dei malati.
Sono molto grata, tanti di loro sono stati alunni a Betania, esercizi spirituali di Csomortán.

San Martino di Tours
1600 anni fa, epoca degli Unni, da Savaria di Pannonia, oggi Szombathely, è partito un soldato di 19 anni, Martino dal padre romano, madre pannone. Noi, ungheresi lo consideriamo di essere il nostro, molti nomi locali stanno custodendo la sua memoria. Nella nostra zona si trova il San Martino del Csík.
Il padre di Martino per i suoi meriti militari ricevette possesso in Italia, perciò la famiglia, con il ragazzo si è trasferito a Pavia di Lombardia. Forse è per questo che ci sono così tanti altri posti chiamati anche lì. Quasi da ragazzo, egli fu destinato quale soldato dal suo padre, per cui non aveva tanto entusiasmo. Nel 341 lascia l’esercito, va in Gallia, Francia di oggi, dove a Tours diventa vescovo della città, rimanendo il soldato del Cristo re fino la fine della sua vita, malgrado le persecuzioni, che l’hanno rafforzato la vocazione.
La leggenda sulla quale mio papà ci raccontava spesso con entusiasmo, tratta il suo incontro con il mendicante: quando Martino con la sua spada, taglia il mantello in due, offrendogli la metà al mendicante dicendo: “Tienilo, la metà basterà anche a te, e io mi accontento con l’altra metà”.
Questa scena è stata particolarmente catturata nella Francia occidentale su grandi arazzi, ma si scopre in Italia centrale a San Martino al Cimino, lo stesso anche nelle montagne più nascoste del Tirolo di Sud.
            Il suo motto famoso è rimasto perfino a oggi, che il gran vescovo dei siculi di Transilvania, Márton Áron ha tenuto come proprio: „Non recuso laborem”, ossia come egli l’ha allargato:
“Se il mio popolo avesse bisogno in qualcosa di me, non ci sarò a corto di lavoro“.
            C’è una guida opportuno fino a oggi per giovani, vecchi, malati e anche benestanti.

La Casa di Cura Santa Elisabetta di Gyergyószentmiklós compie 25 anni
Il 12 “pellegrinaggio” di quest’anno alla Casa di Cura di Gyergyószentmiklós chiedeva precauzione. Viviamo tempi difficili, che influisce la vita e anima di tutti noi. Malgrado di queste, infine ci siamo riusciti.
Tre di noi abbiamo fatto strada: Fazakas Ida, la Nonna perenne, Puskás Erzsike, che fu iniziata il giorno giubilare di San Camillo e me, con la macchina piena di dolci, nel pensiero felice, che “abbiamo dove andare” e “ci aspettano”. Purtroppo la famiglia generatrice Dánél non poteva venire a causa della loro malata grave. Due di noi siamo indossati nei vestiti popolari siculi per esprimere ancora di più la nostra devozione.
La santa messa festiva era celebrata dal nostro vescovo ausiliare dr. Kerekes László. Avevo l’opportunità di raccontargli che ormai da 12 anni, portiamo i dolci per la tavola festiva, noi, la FCL di Csíkszereda, che anch’egli aveva servito per lunghi anni. Ben lanciato questo scambio di valore reciproco.
Era presente il dr. Vencser László, il sognatore e sostenitore finora della Casa di cura, la direzione della Caritas, i sacerdoti dei dintorni e il personale aiutante. Si è lanciato anche un quaderno di memoria.
Tornando a casa abbiamo visitato la Nonna Dánél, ci siamo resi addio da lei, confortando la famiglia.
           Ben cadde alla nostra anima questo giorno di grazia, alzato all'Amore Onnipotente, dandoci coraggio.

Preghiera di comunione spirituale
Quando posso, ascolto la santa messa dalla cappella dorata dei Camilliani di Lima, dove abbiamo tenuto il nostro incontro nell’ottobre 2019. Sono felice di farlo perché ha un messaggio molto specifico, si sente che il nutrimento spirituale dei pazienti stia al loro cuore. Ho notato una bella preghiera prima di comunione, che in realtà è una spirituale. In fine l’ha trovata all’Intenet traducendola in ungherese. Ecco il testo in italiano:

Gesù mio, io credo
che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento.
Ti amo sopra ogni cosa
e ti desidero nell’anima mia.
Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente,
vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.
Come già venuto,
io ti abbraccio e tutto mi unisco a te;
Signore mio non permettere
che mi abbia mai a separare da te. Amen.
(San Alfonso Maria de Liguori, il dottore della preghiera)

Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail:  kamillianus@gmail.ro – Archivio: www.camillo.romkat.ro (it), http://www.kamill.romkat.ro/ (mag)


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