Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda


Anno X, nr. 93 - 2006 maggio

Racconto sull’attività della Fondazione San Francesco a Szováta e dintorni I.

La nostra casa di Szováta è nata nel 2002 in seguito della raccolta iniziata dalla Conferinza Episcopale Ungherese „Fare il bene è buono”. I ragazzi d’Ungheria hanno offerto il loro denaro di merenda, dopo di che al termine della Quaresima la nostra Fondazione ha ricevuto 14 millioni Fiorini. Da questi soldi, all’iniziativa del parroco locale siamo riusciti acquistare l’ex edificio della cooperativa agricola con il terreno nella città di Szováta. L’anno seguente, nel 2003 si è iniziato l’attività dell’orfanotrofio San Giuseppe con 20 ragazzi e nello stesso tempo anche il restauro maggiore per poter accogliere ancora più ragazzi dal settembre. Questo sogno invece non è stato realizzato perché poco dopo, il 9 aprile, durante la notte del Giovedì Santo, la casa è stata bruciata. I lavori della ricostruzione sono stati incominciati nel novembre del 2004.

L’orfanotrofio, malgrado le difficoltà incontrate cammina dal 2003, accogliendo, aiutando il numero dei ragazzi sempre più crescente. Dall’agosto 2005 accogliamo 72 ragazzi permanenti nella casa splendida. Loro vivono in otto famiglie sociali, sotto la protezione familiare di un istitutore o di una coppia istitutori. L’esistenza dei ragazzi e delle famiglie portatori del disagio sociale nella provincia Maros, giustifica la fondazione dell’istituto. La cattiva sorte, purtroppo è un fenomeno molto vasto nelle famiglie, dove i membri vivono la loro vita sotto la soglia del minimo vivere, quale la fame quotidiana, con il minimo caldo durante l’inverno, la mancanza del corrente elettrico. Per loro è sconosciuto quello che per una persona umana odierna è normale: l’igiene personale e dell’ambiente, l’esigenza fondamentale per le cose personali, ecc. Là dove il resto del cibo viene assaggiato dalle insette poi si mescola con i vestiti, si può immaginare facilmente che lo spazio di vita viene molto limitata per lo sviluppo normale dei figli.

Troviamo famiglie, nelle quale la povertà si incontra con l’ordine, dove il domicilio di unica stanza brilla di pulizia e della consapevolezza del proprio valore. In queste famiglie il problema maggiore è, che i genitori non hanno la possibilità materiale per il mantenimento dello studio dei propri figli. Non possono favorire l’acquisto dei mezzi scolastici, la merenda, il cibo, i vestiti, il riposo notturno, per non parlare poi dei quaderni costosi obbligatorio di lavoro, non possono permettere a far pertecipare alle gite di classse ai loro figli, ecc. Per questi motivi tali ragazzi occupano i posti marginali nella comunità della classe, che a lungo termine naturalmente portano dei frutti negativi. Ci sono famiglie, dove uno o due dei genitori è schiavo dell’alcoolismo, fenomeno molto vasto, malattia popolare della nostra società. Non possiamo trovare peggiore situazione di un ambiente familiare alcoolico per un ragazzo.

Possiamo sperimentare che l’aggressività permanente causato dell’alcool quanto danneggia il comportamento dei ragazzi, che scoppiano in pianto da una parola forte, che sono sempre impauriti, a 14 anni si combattono ancora di non sporcarsi durante la notte perché succede che il padre picchia il bambino di un anno e mezzo per tale motivo. Abbiamo ragazzi che all’età di qualche mese è stata gravemente maltrattata dalla madre sotto l’effetto dell’alcool. Dopo tutto questo, si capisce la difficoltà dello studio dei ragazzi. Ci sono delle famiglie nelle quali i ragazzi vengono maltrattati a livello sessuale, cui effetti sono molto visibili, partendo dal rifiuto del cibo, si possono incontrare varie difficoltà fino alla costruzione dei rapporti nella comunità, emergono tante consecinze non desiderate che ostacolano lo sviluppo normale della loro personalità.

Nelle famiglie dei nostri ragazzi, purtroppo è presente ogni sorta di disagio personale, familiare, e fisico. Il primo passo che possiamo fare per loro è di tirarli fuori dal loro ambiente e con amore, pazienza ed una educazione e cura premurosa gli offriamo un nuovo cammino di vita. Le esperienze fatte nelle case appartenenti alla Fondazione ci hanno fatto capire che rispondiamo ai bisogni veri e meritevoli quando stiamo attenti anche alle famiglie in difficoltà a Szováta e dintorni e con l’aiuto del Signore ci impegniamo di curare la loro sorte soprattutto quello dei figli. La nostra attività di protezione dei ragazzi si svolge a quattro livellli: ci sono dei casi nei quali è sufficiente aiutare con dei vestiti, mezzi scolastici, biblioteca mobile, cibo, e con dei cosiddetti incontri con le casalinghe. A loro vogliamo dire che possono fidarci, stiamo a loro fianco. Durante gli incontri regolari mensili parliamo sulle domande fondamentali della fede, sui problemi e promozione dell’educazione dei figli, sulla presentazione dei valori cristiani della famiglia. Apprezziamo molto queste donne e vogliamo far sì che possano sentire anche loro allo stesso modo nella loro dignità di donna, moglie e madre. Pretendiamo di rafforzare in loro tale impegno perché possano realizzarsi pienamente e diventino felici nei loro ruoli (si prosegue).

 

L’ho chiesto Dio

L’ho chiesto Dio, di togliere la mia superbia, ma Egli mi ha risposto di no. Mi ha detto che non è Lui a togliere la mia superbia, sono io ad abbandonarla.

L’ho chiesto Dio di darmi pazienza, ma Egli mi ha risposto di no. Mi ha detto che la pazienza è la consecinza della prova, non si può ricevere, bisogna conquistarla.

L’ho chiesto Dio, di concedermi felicità, ma Egli mi ha risposto di no. Mi ha detto che Egli mi può soltanto benedire – la felicità dipende da me.

L’ho chiesto Dio, di risparmiarmi dal dolore, ma Egli mi ha risposto di no. La sofferenza mi allontana dalle cose del mondo e mi avvicina a Lui.

L’ho chiesto Dio, di darmi lo sviluppo spirituale, ma Egli mi ha risposto di no. Mi ha detto che lo sviluppo è il mio dovere, ma Egli può incidermi per poter portare dei frutti.

L’ho chiesto Dio, di aiutarmi ad amare gli altri come ama Lui. Egli mi ha risposto: vedo che cominci a capire le cose. Gli ho chiesto la forza… e Dio mi ha dato delle difficoltà che mi rendono forte. Gli ho chiesto la saggezza… e Dio mi ha dato dei problemi per risolverli. Gli ho chiesto coraggio… e Dio mi ha dato dei pericoli per vincerli. Gli ho chiesto amore… e Dio mi ha dato uomini e donne in difficoltà per aiutarli. Gli ho chiesto la grazia… e Dio mi ha dato delle possibilità.

Non ho ricevuto nulla di quello che volevo, eppure ho ricevuto tutto quello di cui ne avevo bisogno.

 

Notizie:

* I Focolarini tengono il loro incontro tra 5-7 maggio nel Liceo Maria Aussiliatrice della città.

* Stiamo programmando il nostro ritiro tra 10-13 agosto nel pensiune Deáky di Gyímesbükk.

* Salutiamo con affetto Máthé Zsuzsanna, che l’ha presentata la Famiglia Camilliana nella sua tesi di laurea di teologie e germanistica all’Università di Kolozsvár.

* L’Associazione delle Donne, ha regalato 20 kg arance e banane ai bambini malati per la Pasqua.

* Il 25 maggio: la nascita di San Camillo. Incontro camilliano nell’Ospedale Vecchio dalle 15,30.

 


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