Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda

Numero 5, maggio 1988, l'apparizione di Fatima.

La pastorale dei malati: La missione della Chiesa: l'annuncio del Vangelo e la guarigione dei malati

Durante l'esistenza di due mila anni, la Chiesa seguendo l'esempio di Cristo, Buon Samaritano del corpo e dell'anima che prende cura all'uomo sofferente, è stato sempre accanto per curare, mantenere, consolare e accompagnare i malati. Ha ricevuto infatti dal Signore la missione di annunciare e guarire i malati con dignità e potere (Cfr. Lc 9, 1-2), di lavorare adeguatamente anche nel mondo della salute.

Il Concilio Vaticano II risveglia quest'annuncio del Cristo Fondatore, e nei suoi documenti dà orientamenti ad ogni suoi membri, di poter partecipare secondo la propria vocazione alla missione universale della Chiesa per i malati.

- Il documento circa la vocazione pastorale dei vescovi, Christus Dominus, offre la piena vocazione che "circondino di una carità paterna i poveri e gli ammalati" (CD 30).

- Il decreto sull'attività e sulla vita sacerdotale Presbiterorum Ordinis, chiede loro che "abbiano cura specialmente dei malati e dei moribondi, visitandoli e confortandoli nel Signore (PO 30).

- Il decreto sulla vita religiosa rinnovata Perfectae Caritatis, dimostra, come Cristo, che ha visitato ogni città e ogni campagna, ha guarito ogni malattia e ogni male, per segnalare che il regno di Dio è vicino, così la Chiesa nei suoi figli è presente accanto ogni uomo particolarmente ai poveri e agli emarginati e porta volentieri sacrificio per loro, non trascurando "i mezzi naturali, che giovano alla sanità mentale e fisica" (PC 12).

- Il decreto Apostolicam Actuositatem, sulla vita dei laici incoraggia al servizio di carità: "La santa Chiesa si manifestava tutta unita nel vincolo di carità attorno Cristo, riconosce la misericordia verso i poveri e gli infermi... destinata ad alleviare ogni umano bisogno, sono tenute dalla Chiesa in particolare onore" (AA, 8).

Il 29 novembre 1981 il Santo Padre ha detto:

"É necessario di elaborare un progetto di pastorale sanitaria, valida per tutta la comunità cristiana. Tutta la comunità cristiana deve assumere la causa dei malati. Non è sufficiente mandare soltanto alcuni a questo servizio. La diocesi deve sentire l'importanza della sofferenza e del dolore, perché essa è strettamente unita al mistero della croce di Cristo, a quella della redenzione”.

Nel progetto pastorale della diocesi, l'attenzione dei malati, degli anziani, dei handicappati e di tutti i sofferenti, non può essere un criterio emarginato.

LA VITA E L'OPERA DI SAN CAMILLO

La figura di S. Camillo de Lellis s'inquadra storicamente nel periodo della Restaurazione cattolica, affiancandosi così a quella dei numerosi santi che hanno contribuito alla riforma della Chiesa. Camillo nasce a Bucchianico, negli Abruzzi, il 25 maggio 1550. La mamma, Camillo de Compellis, piissima donna, muore quando Camillo non ha che tredici anni. Il padre, Giovanni, era capitano degli eserciti di Carlo V, e comandava la difesa della costa adriatica da Pescara a Ortona. Egli iniziò Camillo al mestiere delle armi. La passione del gioco fece conoscere al giovane Camillo la miseria e lo costrinse al lavoro.

Il 2 febbraio 1575, un profondo ripensamento gli fa mutare vita. Non si tratta di un episodio superficiale, ma d'un esperienza decisiva e personalissima che Camillo fece di Dio; essa segna per sempre la sua vita e lascia in lui un ricordo indelebile. Camillo sarà solito chiamare quel giorno il suo giorno di conversione. Nasce in lui il desiderio di farsi cappuccino, ma una piaga al piede destro lo allontana dal convento dove aveva chiesto ed ottenuto di vestire l'abito religioso. A Roma ha contatto con l'ospedale di San Giacomo. Vi entra tre volte per cura, vi rimane come infermiere volontario, poi come Maestro di Casa. La grande miseria, l'estrema inadeguatezza dei mezzi e soprattutto la qualità del personale infermieristico, stimolano il suo cuore alla fondazione di una "Compagnia di homini pij e da bene", che avessero come vocazione specifica l'assistenza dei malati. Dopo un breve preparazione, il 26 maggio 1584 viene ordinato sacerdote, per poter essere anche il curatore dei malati. Il male era soprattutto in una carenza d'amore e si poteva correggere soltanto colmando questo vuoto. L'amore, che abbia la tenerezza e la sensibilità dell'amore materno, è la sola forza capace di risolvere il problema dell'assistenza del malato, dove il rapporto interpersonale è insostituibile e il disinteresse è garanzia di autenticità di servizio.

Alle difficoltà incontrate, Dio risponde con un'illuminazione da parte del Crocifisso che lo incoraggia a continuare l'impresa incominciata; tale intervento del Signore è considerato da Camillo come fondamentale per la sua vita e la sua opera.

Il 14 luglio entra nel regno di quel Signore che aveva amato e servito per la maggior parte della sua vita nella persone dei poveri e dei sofferenti. Il 1742, Benedetto XIV proclama Camillo de Lellis "Beato", quale Fondatore della "nuova scuola di carità". Il 1886, Leone XIII lo proclama, insieme Giovanni di Dio, "Patrono di tutti i malati e ospedali del mondo". Nel 1930, Pio XI lo proclama insieme a San Giovanni di Dio, "Protettore del personale ospedaliero", nel 1974, Paolo VI lo proclama "Patrono particolare della sanità militare italiana".

Notizie:

- il 13 marzo 1998, l'Arcivescovo della Transilvania ha firmato l'approvazione di attività delle Famiglie Camilliane Laiche sul territorio della diocesi: “Chiedo la benedizione del Signore al vostro doveroso e bell'apostolato come Vostro Arcivescovo”.

- il 5 maggio: Un anno fa, ha avuto luogo la beatificazione del P. Enrico Rebuschini; il 9 maggio: l'incontro delle FCL a Budapest;

- il 16 maggio: l'incontro delle FCL di Csíkszentdomokos (San Domenico), il 19, l'incontro della nostra FCL;

- il 25 maggio: data di nascita di San Camillo.


Con affetto,
Maria Hajnalka Bakó, 4 100 M-Ciuc, Str. Copiilor 1/A/3. Romania. Tel 0040 66 116 830

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