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Anno XXIX, nr. – 2025 - Il 27 Anno Santo + Conversione radicale di San Camillo nel 1575 Sant'Ignazio di Antiochia Il vescovo Ignazio, chiamato anche Teoforo per la sua fede ardente, è giustamente considerato uno dei padri apostolici. Non solo perché ebbe modo di conoscere personalmente diversi apostoli, ma anche perché spicca tra coloro che, nella generazione successiva agli apostoli, continuarono a gettare le fondamenta della Chiesa. Ignazio non fu solo un pilastro della Chiesa nascente, ma attraverso le sue lettere illumina i cuori dei credenti da secoli, fino ai giorni nostri. È vero, ci sono rimaste solo sette lettere, ma questa eredità modesta dimostra in modo inconfutabile la fattibilità del cammino di Cristo. Professa chiaramente sia l'umanità sia la divinità di Cristo. Attacca i docetisti, che negavano la natura umana e la sofferenza di Cristo. Contrariamente a loro, rileva il Cristo terreno, che è nato, ha sofferto ed è morto. Sottolinea in modo particolare la dignità della Vergine Maria. La sua cristologia si basa su San Paolo, ma è arricchita anche dalla mistica dell'amore di San Giovanni. Definisce la Chiesa come un'alleanza d'amore, ma anche luogo di sacrificio, altare sacrificale. Dietro questa definizione potrebbe esserci che considera l'Eucaristia come il sacrificio della Chiesa. Essa è anche il corpo sofferente di Cristo, l'antidoto alla morte, il rimedio all'immortalità. Come la sua cristologia, anche la sua mistica mostra l'influenza sia di San Paolo sia di San Giovanni: dall'unione con Cristo e dall'idea di vita in Lui nasce il pensiero preferito di Ignazio, seguire Cristo. La sua mistica non è incentrata sull'anima individuale, ma sulla comunità dei fedeli che agisce come corpo liturgico. Mette in guardia dal settarismo. Attira l’attenzione ai falsi cristiani (ciarlatani pagani e falsi maestri antisemiti). Cita raramente l'Antico Testamento, è cristocentrico, l'importante è il Vangelo. Il discepolato è: l’imitare Dio. Egli è un imitatore di Cristo, cosa che desiderava con tutte le sue forze. Probabilmente conosceva il Signor Gesù, che aveva incontrato. La leggenda narra che non fosse solo un discepolo di uno degli apostoli, vale a dire di San Giovanni, ma addirittura un personaggio dei Vangeli! Secondo questa leggenda, infatti, fu Ignazio che Gesù attirò a sé tra i discepoli e disse loro: «Se non sarete come lui (...), non entrerete nel regno dei cieli! Una delle sue famose riflessioni: «Possiamo perdere tutto, possiamo essere privati di tutto nella vita, ma ciò che è dentro di noi rimarrà nostro per sempre». Prima della morte parlò così di se stesso: «Io sono il grano di Dio e i denti delle bestie mi macinano affinché io possa diventare pane puro...». Magna Domina Hungarorum La festa cade l'8 ottobre, che essendo un giorno feriale, la celebrazione si è tenuta domenica 12 nella chiesa di Csomortán. È stata una festa edificante, la Santa Messa è stata celebrata dal vescovo Tamás József, mentre don Csíki Szabolcs, ha tenuto un sermone sulla pazienza, sull'umiltà, sulla “buona vista”, sull'empatia e sulla sua mancanza. Il nostro buon parroco, con una modesta agape, ha nuovamente ospitato i fedeli che affollavano la chiesa. Grazie alla Magna Domina Hungarorum! Incontro dei primi comunicandi Krasznahorkai László, il più recente vincitore ungherese del Premio Nobel, per la letteratura: https://hu.wikipedia.org/wiki/Krasznahorkai_L%C3%A1szl%C3%B3La dottoressa Valéria Tircsné Propper di Miskolc ha inaugurato la stagione di quest'anno con la presentazione “Dalla conquista della terra al fine dell'Unione Europea”, iniziata nel 2006, dal titolo “Gli eroi e le eroine dell'epoca di Hunyadi”. Questa è stata la sua diciannovesima conferenza a Csíkszereda, questa volta al castello di Mikó della città. Notizie: Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: kamillianus@gmail.ro – Archivio: www.camillo.romkat.ro (it), http://www.kamill.romkat.ro/ (mag) |