Il messaggio della
         Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda


Anno XIV, nr. 141 – 2010 maggio

Superare gli ostacoli comunicativi (Riquadro n. 10 )

Segmenti dal libro di P. Angelo Brusco, Attraversare il guado… ,

Ogni tipo di comunicazione presenta degli ostacoli, che possono renderla scarsa o insufficiente, difettosa o distorta, inefficace e non soddisfacente. Le difficoltà nella comunicazione hanno origine sia nell’operatore pastorale che nei suoi interlocutori. Per migliorare la propria comunicazione e costruire una migliore relazione con i malati, l’operatore pastorale può mirare al raggiungimento dei seguenti obiettivi:

• Diventare consapevole del proprio modo di comunicare, verbale e non verbale, imparando a modificare il proprio linguaggio a seconda dei contesti e degli interlocutori.

• Imparare ad esprimersi in modo chiaro e comprensibile, riflettendo sia sui concetti che si vogliono trasmettere che sulla forma del messaggio.

• Evitare di utilizzare il "gergo teologico-ecclesiastico”.

• Integrare armonicamente il linguaggio analogico (non verbale) e digitale (verbale), evitando che i messaggi non verbali inconsapevoli siano in contrasto con il contenuto esplicito della comunicazione verbale.

• Fare un uso etico, responsabile e umano, della comunicazione persuasiva, nella consapevolezza di essere, come operatore pastorale e come persona, solo uno strumento e uno spettatore non protagonista del cambiamento degli altri.

• Cercare occasioni per verificare come la propria comunicazione, verbale e non verbale, sia stata effettivamente recepita dai propri interlocutori (feedback), per riuscire a riconoscere e correggere sul campo i propri errori.

* Essere consapevole che "comunicare meglio" è già "curare".

(Adattato da: Tuveri G. (a cura di), Saper ascoltare, saper comunicare, Il pensiero scientifico, Roma, 2005, pp. 42-43)

 

Orientati verso gli altri (Riquadro n. 11)

La persona umana non si realizza in solitudine. Come afferma Gevaert, “l’essere con gli altri, nel suo significato profondo e genuino, significa che il soggetto umano consapevole di sé non è mai senza riferimento ad altri soggetti umani. La sua esistenza è sempre orientata verso gli altri, legata agli altri, in comunione con gli altri. L’esistenza personale si sviluppa e si realizza insieme con gli altri nel mondo. Il senso stesso dell’esistenza è legato all’appello dell’altro che vuole essere qualcuno davanti a me, o che mi invita ad essere qualcuno davanti a lui, nell’amore e nella costruzione di un mondo più giusto e più umano .” ( Gevaert J., Il problema dell’uomo, LDC,Torino, p. 33)

E ancora: “la persona ci appare come una presenza volta al mondo e alle altre persone, senza limiti (…). Le altre persone non la limitano, anzi le permettono di essere e di svilupparsi; essa non esiste se non in quanto rivolta verso gli altri, non si conosce che attraverso gli altri, si ritrova soltanto negli altri. (Mounier E., Il Personalismo, A.V.E., Roma 1974, p. 48).

Quando rifletti sulla relazione alla luce della fede, il pensiero corre immediatamente alla Trinità, modello assoluto di ogni relazione. L’amore con cui il Padre si rapporta al Figlio e il Figlio al Padre è così intenso da costituire una persona, lo Spirito Santo. Per avvicinarti in qualche modo a questo mistero, prova a riflettere su alcune delle tue relazioni più significative. Se l’affetto che regna in questi rapporti è veramente intenso, non ti sembra che esso arrivi quasi a costituire un’entità a sé stante? L’amore che regna tra le persone della Trinità si è manifestato anche nella relazione che Dio ha stabilito con gli uomini, trovando la sua massima espressione nella persona di Gesù: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16).

L’intera vita del Cristo è stata un mirabile racconto dell’amore misericordioso del Padre, manifestatosi nella proclamazione della vangelo, nelle relazioni vissute con i malati, i poveri, gli emarginati e i peccatori. Amore che ha trovato la sua massima espressione nella passione, morte e risurrezione. “Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua vita per noi”(1Gv 3,16).

Se dal cielo discendi a contemplare la scena umana, potrai constatare la varietà dei modi con cui è vista e vissuta la relazione con l’altro. Dall’affermazione del filosofo francese J.P. Sartre secondo il quale gli altri sono l’inferno a quella di Cristo che invita a considerare gli altri come fratelli, c’è tutta una gamma di atteggiamenti quali l’indifferenza, l’odio, la competizione, la solidarietà e l’amore.

E’ inevitabile che lo sguardo rivolto al modo con cui Gesù ha stabilito le sue relazioni susciti in te un sentimento di inadeguatezza. Lungi dal portarti allo scoraggiamento tale reazione deve indurti a imitarlo, consapevole che ti è possibile crescere nella competenza relazionale.

 

La scuola infermieristica Louis Pasteur

Il 20 maggio 65 alunni della scuola infermieristica Louis Pasteur (fondata nel 2000, accreditata nel 2009), hanno tenuto la festa di conclusione del VIII anno scolastico.

La fondazione della scuola era preceduta da una storia propria. Un giorno, una dell’attuale direttrice è stata richiesta da un suo amico per la strada. Egli ha raccontato che è stato operato nell’ospedale, dove al reparto intensivo quando si risvegliò credeva che sta nel paradiso tra le luci celesti.. Accanto il suo letto stava seduto una persona vestita di bianco. Egli, con la curiosità di vivere una vita particolare l’ha chiesto in ungherese, sua lingua materna: “Dove sono?” – e la persona rispose “Ce?”(in romeno “cosa?”) – da dove egli ha capito subito che non sta nel paradiso, bensì nell’ospedale, dove non sanno comunicare con lui nella sua lingua materna. Egli ha chiesto la futura direttrice di fare qualcosa perché non si ripeti una cosa del genere, per evitare una frustrazione così profonda, quando tornando in vita sia qualcuno che capisca la sua parola… E così concepì la scuola.

Il liceo cattolico “ Márton Áron, vescovo ” ha offerto luogo per il suo funzionamento, i professori sono composti dai medici ed operatori sanitari della città, e dai professori del liceo..

Comunico con gioia: anche mia “figlia adottiva” Nagy Éva Mária, membro della nostra Famiglia Camilliana finisce i suoi studi quest’anno, fatto per quale tutti noi siamo molto contenti.

Il Buon Dio l’aiuti nel servizio dei malati e sofferenti, secondo l’antico giuramento hipocratico confessato durante la festa. In occasione di 460 anniversario dalla nascita di San Camillo abbia la forza di amore di Dio e dell’uomo nel quale trovi lo scopo supremo della sua vita.

 

Notizie :

* Il tema di Pentecoste di quest’anno: Ora aiutaci Maria, il predicatore Bőjte Csaba,francescano,

* Il 25 maggio: 460 anniversario della nascita di San Camillo de Lellis (1550-1614), patrono dei malati, ospedali ed operatori sanitari. Chiediamo forza e saggezza nella malattia e la cura.

Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel/Fax: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@hr. astral.ro


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