Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda


Anno XVIII, nr.185 – gennaio 2014

 

ANNO GIUBILARE DI SAN CAMILLO 1614 - 2014

Il potere del perdono – in memoria della più grande camilliana ungherese

            Il fatto del perdono, della riconciliazione (risoluzione di conflitto)  non è una cosa automatica, soprattutto nella stagione della malattia. La persona malata si sente, giustamente, offesa, ingannata, qualvolta spossettata, umiliata di qualcuno. Durante il mio contatto con i malati dell’oncologia ho notato che a loro il perdono va più difficilmente, coma agli altri. Ho cominciato cercare il suo perché? Si può trovare migliaia e migliaia di risposte, perciò la mia attenzione ha concentrato soprattutto al fatto, che cosa succede con quel malato che non è in grado di conciliare, perdonare, uscire fuori in tempo dalla sua situazione di conflitto. Le storie di oncologia testimoniano in abbondanza, non è difficile costatarlo. Ho sperimentato, chi è in grado di riconoscere la differenza tra vita e morte in tempo, e può decidere saggiamente, quel malato guarirà. La chiave, infatti sta nelle mani della persona, vuole guarirsi, vivere o no.
Tre anni fa sono arrivata a Budapest in un giorno d’ottobre. Mamma-Eva mi  aspettava con volto disperato: “Mia figlia, sono prenotata a martedì all’intervento chirurgico…” Si è ghiacciato il sangue nelle mie vene. Vedevo già quello che va insieme con un intervento e soprattutto quello che succederà dopo… Mi sono rafforzata, come in simili casi non posso occuparmi con i miei sentimenti, paure, la malata non deve vedere la mia preoccupazione, lei aspettava forza, incoraggiamento da me.
 Le ho chiesto se avrebbe tempo per una conversazione ampia? Lei mi rispose di sì. Abbiamo organizzato la conversazione il più presto possibile, in un ambiente serena, escludendo ogni circostanza disturbante. L’escavazione delle cause delle malattie chiede grande prudenza, entrambi devono essere attenti alle più piccole sfumature, che emergono durante la conversazione, perché come gocce di rugiada si raccoglie la diagnosi spirituale da queste informazioni, che svela il perché dell’alterazione corporea. 
            La prima cosa cui mi sono rivolta era la diagnosi del medico: tumore al fegato. Le esplorazioni di CT dimostravano bene le alterazioni. Questo purtroppo è un fatto da tener conto. Dietro l’alterazione stava una commozione grave, un cosiddetto “schiaffo spirituale” da esplorare. Ci siamo messi allo scavare. Proseguiva una lunga conversazione. Abbiamo esaminato dettagliatamente ogni preoccupazione riferente al futuro. Mamma Eva è stata onesta infinitamente, non appesantiva il processo dell’esplorazione con dissimulazione, camuffamento, ha esposto puntualmente ogni cosa con una rettitudine, autocritica accurata tipica a Lei. Durante la nostra conversazione avevo occasione a meravigliarmi, quanto tiene in ordine le sue cose spirituali. Lei è stata per me un modello, però questa conversazione mi ha convinto della straordinarietà della sua grandezza umana.
            Quando siamo riusciti a esplorare i schiaffi profondi (quando si forma un’alterazione di tumore), proseguiva la domanda del perdono. Dopo così tante cose sarà ancora in grado di perdonare? Confesso, non era per me un compito facile porre la domanda, malgrado che stessi molto vicino a Lei. La stimavo tanto col cuore pieno, come tale, Le apprezzavo per eccellenza. Ora però stava in arrivo la questione della vita e morte, non potevo evitare questo passo. Abbiamo esaminato la richiesta evangelica secondo quale “il perdonare è dovere”. Chi non è in grado al perdono, colui non risolve la situazione conflittuale nella quale è stato precipitato, sarà appesantita dagli schiaffi spirituali, e i meccanismi d’autoguarigione dell’organismo non possono avviarsi. Conosciamo il proseguimento…
            Mamma Eva, con una saggezza inimmaginabile ha compreso subito la situazione, nel sapere della sua saggezza, con un tono sereno ha espresso la volontà del perdonare. Di nuovo mi ha colpito la sua grandezza. Conoscendo i fatti, umanamente dire, non è tanto comprensibile tale atteggiamento. Mamma Eva aveva stima di se e amava la sua famiglia. Tutto questo noi abbiamo visto, senza parlare su di esso. La testimonianza era più magnifica, si poteva solo inchinare davanti a essa.
            Abbiamo stabilito che chiederà un “tempo da pensare” in riferimento a suoi ottant’anni e unica valvola in funzione al cuore, che le piantava il famoso Dott. Papp, anni prima. Fidavo nella sua diplomazia. Aspettavamo. Dopo un tempo, il suo medico, curioso al suo stato. Durante gli esaminare invece si è svelato che il suo tumore è scomparso… Immediatamente mi ha fatto sapere. Siamo resi grazie insieme all’Onnipotente, piangenti dalla gioia. Mamma Eva ha giustificato il potere del perdono, nello spirito, modo di pensare e corpo insieme, offrendo un modello evangelico da seguire.

„Ci è stato donato un figlio…”
            Avevo scritto su di loro nel numero di maggio 2013, quali giovani “tradizionali” nel loro modo di vivere. La loro vita si è proseguite ben, si sono compiuti gli impegni più importanti dopo il matrimonio all’inizio della vita in coppia, poi mi hanno “sussurrato” che il regalo di Dio sta in aspettare sotto il cuore della giovane donna, sviluppandosi bene. All’inizio era enigmatica la sua esistenza, poi annunciava sempre di più il suo arrivo. Ciascuno era felice, aspettando il germogliare.
            Per me era commovente che il “paradiso” della mia infanzia aspetta un “piccolo terriero”, si riempie il cortile con vita, risata ad alto volume. Tanto tempo è silenzio in questa casa, si potrebbe dimenticare che tempo fa fioriva tutto di vita. Mia nonna di buon ricordo, il quattro gennaio di quest’anno quarant’anni fa che si è partita per l’eternità, d’allora se non stranieri abitavano là, allora stava vuota la sua casa. Questa monotonia si à spezzata con arrivo dei giovani tradizionali, e si è stata sigillata con il germogliare della nuova vita.
Quando mi è venuto il sapere che alla vita tradizionale appartiene anche il far nascere a casa, a dir poco mi sono spaventata, che invece non avevo il coraggio di esprimere per non appesantire la loro decisione, coraggio. Grazie al Signore, ci sono iniziative anche a questo senso, con successo, però  così profondamente non mi ha toccato ancora, non avendo contatto così vicino con loro.
Ho vissuto con profonda commozione la loro intenzione, essendo che questa casa, costruita dal mio nonno di buon ricordo, nel quale è nata soltanto una vita, quella di mia Madre, adesso sta aspettando una nuova vita. Nel frattempo la casa serviva per le catechesi,  quale “chiesa”, luogo di preghiera, ma non è nata nessuna vita in essa dal 1930.
La cosa più commovente davanti alla quale potevo solo inchinare, era che l’arrivo della nuova vita è dotato al quarantesimo anniversario della partenza in eternità di mia nonna (quattro giorni dopo) e proprio per il giorno di partenza della mia Mamma Eva (l’8 gennaio), al suo primo anniversario. Per me tutto questo significa l’enigma di un profondo messaggio, un rafforzamento di vita, che adora il presente, porta giù sulla terra l’eternità: l’amore infinito di Dio. 

Nell’anno giubilare di San Camillo – anno di cento braccia rinnoviamoci con l’antica fede il nostro incontro di mezzogiorno all’Angelus, quello tra le ore 21-22 nelle nostre piccole e grandi famiglie, e quello di ogni 25 del mese (giorno di nascita di San Camillo) e 14 (giorno della sua nascita celeste).  

Dal grazia del Signore siamo arrivati al Nr. 185 e anno XVIII, anno di maturità del Messaggio.


Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@hr.astral.roArchivio: www.camillo.romkat.ro (it), http://www.kamill.romkat.ro/ (mag)


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