Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda


Anno XVII, nr. 180 – agosto 2013

Il regalo di San Camillo

Il 14 luglio ha cominciato l’anno giubilare che durerà fino il 14 luglio dell’anno prossimo. Per la nostra FCL tale anno significa anche i “cento braccia”, essendo preceduta dell’anno del “Cuore” (2012) e quello dell’anno dell’”Occhio” (2011). I primi due  erano quale preparazione nell’ambito di “mille benedizini”, l’anno giubilare è il compimento.
Quest’anno per la grazia straordinaria del Signore abbiamo avuto una magnifica festa di San Camillo, un vero regalo da parte sua. La festa è caduta per domenica, proprio al giorno conclusivo del nostro ritiro con chierichetti. Con i ragazzi siamo scesi dal monte, luogo del ritiro,  per partecipare alla messa. Il parroco ci ha accolto con gioia, anch’egli si è riempito di forza sacra che ci è stato donato dai cieli. La grandezza di San Camillo ha meravigliato anche lui, e vedendo il gruppo numeroso dei servitori dell’altare (22 ragazzi e ragazze) venuti per vestirsi al santo servizio, si è lasciato condurre dallo spirito straordinario festivo. La chiesa brillava di purezza come sempre, l’odore dei fiori ha riempito lo spazio della casa di Dio, affollata della gente.
Per la prima volta abbiamo posto sull’altare la statuetta di San Camillo portato da Roma nel maggio. Quasi ha trovato domicilio nel mio villaggio natale per tale festa quel Santo cui grandezza mi ha incantato anche me 20 anni fa, era il tempo per tale visita. Il vangelo domenicale era proprio il Buon Samaritano. Questo ci ha donato forza nuovamente, quasi testimoniando, che  il Buon Dio ci ha dato quale regalo tale „Gigante della carità”, San Camillo, il patrono dei malati, degli ospedali e degli operatori sanitari, che rafforzandoci della parabola del Signore espresso su sé stesso, possiamo portare avanti quel santo servizio, al quale siamo stati invitati da Lui.
Quando abbiamo dovuto precisare il periodo del ritiro, mi sono caduta nella trappola. Non voleva chiarirsi per niente quel fine settimana, che poteva essere buono per tutti. Alla fine, apparentemente ho dovuto sacrificare il giorno di San Camillo per il ritiro, che ho voluto organizzare con la Famiglia Camilliana Laica. Allora non pensavo ancora che il piano del Buon Dio con tale giorno è proprio quello che ulteriormente si è compiuto: un giorno di festa di San Camillo, come forse non avevo mai parte. Finora avevo parte di tante feste meravigliose, ma qui è successo anche qualcos’altro: qui ho vissuto il Santo stesso. Ho vissuto così profondamente la sua presenza nella santa messa che ho sentito che mi ha attirato verso un mondo nuovo, dove regna il Sacro. L’omelia del parroco (egli tiene omelia e non fa la predica) sul Buon Samaritano si è coinciso con la teologia pratica del Patrono dei malati, ed allora ci siamo noi, il gruppo di ritiro che ci siamo preparati a tutto questo nei giorni precedenti. I nostri figli stanno accanto all’altare quali angeli terreni e dai loro occhi risplende la bellezza, la salute, l’amore e bontà del servizio nella loro naturalezza. E sta lì il più giovane partecipante con i suoi soli cinque anni, per prima volta nel servizio dell’altare che d’allora non rimane lontano da questo „Santo servizio”, e poi la chiesa è piena perché qui si incontrano i genitori con i loro figli dopo un assenza di una fine settimana, nel servizio dell’altare, durante la festa giubilare del fondatore della „Scuola di carità”. E’ del tutto normale che l’anima dell’uomo risplenda da così tanta bellezza.
Il cantore pensionato, uno nostro relatore ci ha insegnato cantare una più cara nostra preghiera, composta su melodia rustica ungherese, la „Ora aiutaci Maria”, che abbiamo cantato durante l’offerta per la comunità parrocchiale, quale nostro onore e gratitudine in regalo.
Sono grata per tutto a Buon Dio, a tutti miei fratelli e sorelle di fede che hanno reso possibile tale ritiro e sono grata al mio protettore celeste, San Camillo, patrono dei malati degli ospedali e degli operatori sanitari, che mi ha distinto con questa santa messa giubilare. Nel mio villaggio natale, a Csíkcsomortán, con questo si è compiuto una certa alleanza celeste, che è guidata e nutrita dal mano di Dio, mi ha distinto con sua grazia, dal quale io sento che la tanta fatica, forse sofferenza non è caduta invano, perché in tutto si è compiuto la volontà di Dio.

Le preghiere della Madre regina…
Non avevo ancora due anni, quando dopo una grave malattia, il primo agosto mi sono caduta in coma. Non c’erano speranze di vita. Mamma, mia Madre regina si è corsa alla Regina celeste dicendo: „Santa Vergine, ho chiesto da te questa bimba, se la ami più di me tela restituisco, ma se mela tieni, anch’io terrò questo giorno per tutto il resto della mia vita”. E fino la fine della sua vita ogni anno ha fatto fare una messa per me, con digiuno su acqua e pane. Ora, lei già in eternità, per prima volta hanno celebrato la messa di gratitudine per la sua offerta di vita.  

Notizie:
* La comunità giubilare di Bucchianico (città natale di San Camillo in Italia) si è rivolto con un annuncio ai lettori di Facebook di fare memoria di San Camillo ogni 14 del mese (sua nascita celeste). Ringraziamo per tale iniziativa, tuttavia facciamo ricordare tutti quanti che dal 2000, proprio con la fondazione della Famiglia Camilliana Laica „San Camillo” di Bucchianico si è partito la memoria ogni 25 del mese in onore della nascita terrena di San Camillo.
* Il nostro incontro della Famiglia Camilliana Laica era tenuto il 22 luglio, con santa messa.
* Il 19 luglio ho tenuto una relazione con casa piena per gli operatori sanitari e residenti della Casa di Cura „Santa Elisabetta”a di Gyergyószentmiklós e della Kézdiszentlélek sul tema: „La malattia quale campanella – in comparazione della teologia, biologica e psicologia”.
* Tra 24 -28 a Csíkrákos si è svolto per quinta volta la sequela dei „Santi Re Ungheresi”, al quale ho ricevuto anch’io invito. Durante i cinque giorni hanno tenuto reazioni valorosi vari studiosi famosi ungheresi sui re e regine ungheresi dalla famiglia Árpád. Era presente tra gli altri il Kocsis István da Budapest, persona fondamentale per me, attraverso quale mi sono innamorata nella Sacra Corona Ungherese, nel suo insegnamento morale. Ho tenuto una breve presentazione sul tema: Cosa significa per me la Sacra Corona Ungherese nel servizio quotidiano? A tre punti coincide la teologia cattolica con la dignità della Sacra Corona, proprio tramite il nostro battesimo partecipiamo alla dignità e missione reale, profetico e sacerdotale di Gesù Cristo. Essendo ungherese e cattolica di oggi, la consapevolezza di dignità e missione a tutto questo aggiunge quale fonte di forza. Domenica invece, quale accordo conclusivo dell’evento, nella chiesa locale, ho tenuto una presentazione con proiezione su Santa Kinga, protettrice della Polonia e Lituania.
* Il quattro agosto dopo la santa messa ho tenuto la presentazione con proiezione alla comunità parrocchiale le foto fatti sul ritiro dei chierichetti.
* Si è svolto il 200-ima trasmissione interattiva nella Radio Maria di Transilvania, col titolo: „Venite da me”. Tale trasmissione svolgo innanzi per i malati ogni lunedì, tra le ore 10,00 e 10,50
* Tra 15-20 agosto l’Unione dei Cappellani Europei - che si organizza la sua conferenza ogni quattro anno - si incontra a Göttingen (http://www.ecpcc.info/), sul tema Cura dei malati tra frontiere e barriere, al quale mi hanno invitato anche me.


Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@hr.astral.roArchivio: www.camillo.romkat.ro (it), http://www.kamill.romkat.ro/ (mag)


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