Il messaggio della
        Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda


Anno XVII, nr. 175– marzo 2013

„Il Viandante di Dio”

Tale titolo è il romazo autobiografico di Don Regőczi István (1911-2013) forse il più conosciuto tra i suoi scritt. Il libro abbraccia i momenti più imprtanti della sua vita.

Vorrei raccontare tre eventi, le più significativi dai nostri incontri.

All’inizio degli anni 90 ho letto questo libro, avevo chiesto in prestito, e leggevo, leggevo sempre più emozionata, lo spirito dentro di me rallegrava per aver cnosciuto una persnalità così brava. Ero affamata per il bello e buono. Penso che non ero sola con tale pensiero.

Poi, come studiavo anche a Budapest in quel periodo, ho deciso di trovarlo se la possibilità mi premetterà. Egli aveva iniziato di sistemarsi presso la capella di Kútvölgy (Valle del sorgente), luogo di espiazione nascente. Finalmente mi sono partita. Ardeva dentro di me il desiderio di conoscerlo personalmente, sentivo il venticello magnifico, ero piena di aspettative per il compimento di un incontro già ammirato, ma ancora sconosciuto.

Sono salita sul’pullman presso la capolinea ed aspettavo con speranza la partenza. In un istante un uomo anziano con sorriso gentile si è salito. Egli ha attirato la mia attenzione. Ha cambiato qualche parole carine con l’autista, poi con finezza guardò attorno dove sedersi. Mi guardò. I nostri occhi si sono incontrati per un istante. Dentro di me un gioco si è svolto, come fossi incontrata con una persona ben conosciuta, che appena è uscita dalla storia dimenticata. Poi l’uomo anziano si è avvicinato a me, con un sorriso largo sul suo volto. Il posto era libero, subito gli ho preparato, mettendomi più vicino alla finestra, aspettando l’arrivo dell anziano gentile. Fino a quando si è seduto accanto a me, tutto il suo essere mi ha svelato la sua identità. Serenamente sorridente gli ho chiesto: Don Regőczi? Si sentiva un tacito sorriso, un arrossire di ragazzino, un guardarmi negli occhi gentilmente, poi una calma rivelazione: Sì, sono io…

Si è scoppiato un raccontare senza fine a vicenda, fino a quando siamo arrivati alla capella, dove ha continuato tutto con la presentazione dei progetti futuri, come fossi stato solo „il buon amico antico” d’allora, che è proprio arrivato dopo un lungo viaggio. Almeno così sentivo. Si è apparso qualcuno dalle profondità, con il quale „siamo stati insieme all’alba della creazione” (così parlo al solito nei casi simili, tale spiegazione è comprensibile a tutti).

Il secondo incontro è successo in occasione di un evento straordinario, in occasione di inagurazione di un monumento sacro. Ai miei „genitori spirituali”, al Dr. Simon Ernő e sua moglie, Mamma-Eva è venuta l’idea di far fare un un altare all’aperto con l’ Eucarisita, nel giardiono della capella espirtice (ormai tutto pronto). I progetti grafici sono stati eseguiti dal loro figlio Simon András, per me, il più grande grafico ecclesiale, che poi l’artista ha elaborato in modo straordinario dal ferro e vetro.

Per la festa d’inaugurione dovevo portare io la tovaglia d’altare di stile popolare. Provavo un emozione particolare nel compiere tale dovere: portare dalla Transilvania una tovaglia d’altare nel giardino dedicato all’espiazione di don Regőczi, „Il Viandante di Dio”… Il Signore ha legato ancora più fortemente il nostro rapporto, mi ha collegato in qualche modo alla sua missione, potendo mettere al suo altare per Gesù Cristo questa bella tovaglia.

Il nostro terzo incontro è avvenuto a Roma, città eterna. A quel periodo lavoravo presso l’Ambasciada d’Ungheria, e ho saputo che don Regőczi fa una visita. Dovevo proprio ritirare la dissertazione dalla fotocopiatrice, cinque copie di 400 pagine (che portavo nello zaino sulle spalle!), e partivo subito alla chiesa di Santo Stefano in Rotondo, dove le ufficialità ungheresi l’aveva accolto. Dpo la santa messa avevo opportunità di cambiare qualche parole con lui. Ero sorpresa quando il don Regőczi mi ha ringraziato che ha arrivato presso il nostro santuario di Csíksomlyó/Transilvania, dove sempre desiderava andare. Non mi ricordavo quando gli ho parlato sulla possibilità di un eventuale pellegrinaggio, ma egli mi ha fatto ricordare.

Come ach’io mi preparavo alla mia missione futura, quale giornaliera di Dio, ho chiesto il Viandante di Dio di benedire i miei „mattoni” della dissertazione, ciascuno di loro…

 

„Il nostro Emiletto…”

Abbimo già parlato più volte su di lui nel Messaggio, condividendo tante gioie e preghiere. Ora di nuovo ha ottenuto un risultato eccellente „il figlio della preghiera” Imre Emil jun. al’olimpiade giovanile internazionale di Brassó/Transilvania. Un giovane ungherese per prima volta sul podio di Romania, con i medaglioni d’argento e d’oro, al pattinaggio veloce...

Sono piena di gratitudine. Rendo grazie prima di tutto al Signore per il nostro Emiletto, poi alla sua madre e sua famiglia, maestri di scuola, però anche a lui.

La sorte non ha risparmiato la famiglia dai problemi, ma grazie a loro lavorare perseverante, e alla centralità di famiglia, non ha spezzato la loro forza, bensì erano in grado di essere attenti al più importante: all’amore condiviso. I risultati di Emil perciò non moltiplicano i sentimenti dell’”orgoglio”, ma vengono dalla gratitudine umile, dalla gioia del lavoro ben fatto.

Il nostro Emil è nato proprio in mezzo alla nostra Famiglia Camilliana Laica (l’8 marzo 1997), e grazie a sua madre ha ricevuto un’educazione in mezzo ai malati, insieme la sorella Krisztina. Egli ha conosciuto nello stesso tempo il lavoro forte e la situazione ignudo del malato. Tra le due invece ha riconosciuto il vero senso della vita umana, l’onestà, perché può essere nostro solo per quale abbiamo lavorato davvero, il gratuito può essere illusione che ci inganna.

Qualche anno fa gli ho chiesto: „Vorrei vederti all’olimpiade!” Egli ha preso sul serio e ci ha regalato la gioia. Grazie, e desidero, che con l’aiuto del Signore porti avanti la „fiaccola” di realizzarsi sulla pista della vita, ottenuta con onestà.

 

Il Libro di preghiere compie dieci anni

Sono già passati dieci anni dall’apparizione del primo volume del Libro di preghiere per i camilliani e malati, presso l’editrice Status di Csíkszereda. D’allora offre un grand’aiuto siano i malati che i loro familiari, soprattutto durante le sfide della malattia.

Il libro comprende lo Statuto Generale delle Famiglie Camilliane Laiche, approvato dalla Santa Sede, che è importante perché non è ancora apparso un volume a parte in ungherese.

Attualmente si svolge la presentazione del libro nella Radio Mariad i Transilvania

 

Salutiamo il nuovo Santo Padre Francesco, primo gesuita, Jorge Mario Bergoglio Argentino!

 

Tra 6-17 maggio parte un pellegrinaggio per Fatima da Szőkefalva. P. con: Vári G.: 0 754.457.545

http://fenykiralyno.org/fatima/?utm_source=F%C3%A9nyKir%C3%A1lyn%C5%91+Hirlev%C3%A9l&utm_campaign=1881410ebc-2013_majus_6&utm_medium=email

 

Auguriamo a tutti Voi una Santa Pasqua nel Cristo risorto!

 


Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@hr.astral.roArchivio: www.camillo.romkat.ro (it), http://www.kamill.romkat.ro/ (mag)


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