Il messaggio della
         Famiglia Camilliana
                                                        di Csíkszereda


Anno XVI, nr. 166 – giugno 2012

La Regina della Luce

Szőkefalva (il villaggio biondo, o chiara) è ormai conosciuta da tanta gente non solo nella Transilvania, ma anche oltre. Nostra Signora che noi chiamiamo Patrona Hungaiae, qui ha svelato il suo nome - in ungherese- il 17 giugno 2005: „Mio nome qui a questo posto è REGINA DELLA LUCE”. Tale giorno era benedizione, grazia e commozione, segreto che ci stimola al conoscere, che nello stesso tempo rimane lontano da ogni desiderio di possedere. Il segreto fa riservare il proprio essenza, si può solo scoprirlo per un attimo, approfondirsi in esso, poi fino il fine dei tempi ricercare dopo. Non mi capita spesso, ma quando avviene mi piace andare al pellegrinaggio perché posso fidarmi alla giuda degli altri, tutto il giorno potendo rimanere presso il Signore.

Tre cose mi fanno pensare attorno la scelta del 17 giugno della Regina della Luce: il mese di giugno, il giorno di 17 e la Luce cui Regina si è nominata.

Sul mese di giugno possiamo leggere molto oggigiorno nella storia delle colture, cosa dicevano siano i nostri antenatti che i romani. Questo mese è il periodo più importante del Sole, come pianeta donatrice della luce, occupa un posto reale nel calendario con le proprie feste specifice. A questo periodo cade l’inizio dell’estate ed anche la solstizio d’estate, quando, dopo adempirsi, le giornate incominciano di nuovo ad accorciarsi e le notti diventano sempre più lunghi.

Il giorno di 17 è un mistero per me. Colui che è attento alla data della sua nascita come un programma mutuo di vita: quale santo può essere il suo protettore, la portata dell’anno (ora la missione) etc, lo scopre. Anch’io ero condotta della curiosità, perché gli italiani saltano il numero 17 dalle porte? Era un antico saggio che mi ha spiegato. Se scriviamo con dei numeri romani il 17, riceviamo il passato remoto del verbo essere latino (VIXI). Tale formula però non assume uno vivente, soprattutto sul proprio cancello. Possiamo nominarlo quale superstizione, ma nella pratica porta la volontà del vivere. La Madonna perché tiene opportuno dare significato a tale giorno? Segreto suo…

La Luce significa il mantenimento della vita sulla terra. Senza la luce è indispensabile ogni cosa che esiste e vive sulla pianeta Terra. Nell’Antico Testamento il libro della Genesi descrive la creazione della vita: “In principio Dio creò il cielo e la terra.  Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.  Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu.  Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre  e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno” (Gen 1, 1-5).  Nel Nuovo Testamento l’apostolo Giovanni così inizia il suo Vangelo: “In principio era il Verbo,  il Verbo era presso Dio  e il Verbo era Dio.  Egli era in principio presso Dio:  tutto è stato fatto per mezzo di lui,  e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che  esiste.  In lui era la vita  e la vita era la luce degli uomini;  la luce splende nelle tenebre,  ma le tenebre non l'hanno accolta” (Gv 1, 1-5).  Il Signore G esù applica su sé stesso il concetto della Luce: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8, 12). Poi dice: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” ” (Gv 14, 6).

C oncludendo tali pensieri, arrivo al fatto, anche se per ora significa solo un inizio civile, che a tanti posti tale giorno viene dedicata e festeggiata ai padri della famiglia, allora mi avvicino ancora di più all’intenzione della Regina della Luce. Forse è Lei, che capisce il più chiaramente quello che il Signore Gesù diceva a Filippo: “ Chi ha visto me ha visto il Padre” (Gv 14, 9). Rózsika, l’apostola della Regina della Luce di Szőkefalva, che un anno fa si è andata a casa celeste, poteva guradare la Madonna con la vista interiore. Secondo la propria certezza ella ha scelto tale vedere interiore quando la Madonna l’aveva chiesto quale è primordiale per lei, il vedere esteriore, eppure quello interiore? La donna che „vedeva” (anche se cieca) era decisa: l’ha scelto que llo, dove poteva vedere l’eterno.

 

Cuore di Gesù – Cuore di San Camillo, Prepararsi il giubileo di San Camillo (1550-1614):

 

Ogni anno celebriamo il Sacro Cuore durante il mese di giugno, quel Cuore che palpita per noi ormai da duemila anni, annunciando e realizzando il comandamento dell’amore, l’umiltà e mitezza. Ci riflettiamo l’elogio del Sacro Cuore. Mentre recitiamo la litania del Sacro Cuore con i malati dell’ospedale, meditiamo i significati dei saluti più belli e sul come mettere in pratica qui ed ora, secondo lo stato di vita a ciascuno di noi. La devozione a Sacro Cuore è una fonte profonda di fede e di forza, è inesauribile. A tante parrocchie è una festa promessa che viene nutrita e mantenuta dalla devozione della gente per lungo tempo. E’ una festa che non si può separare dalla festa del Sacro Cuore di Maria e dalla sua devozione. Maria è il segreto dei segreti, Gesù è la chiave dei segreti.

Inoltre, è un valore inestimabile il cuore di San Camillo. E’ quasi incredibile che una carne umana, il cuore possa restare per quattrocento anni. Per la mente ricercatrice può essere un tema da contemplare perenne, il come può succedere che la grazia di Dio ci ha concesso un fatto biologico impossibile, che un organo umano non si è scomparso durante la processione di dissoluzione, bensì è rimasto per l’incoraggiamento deglla gente ricercatore di Dio. Quale potrebbe essere il suo segreto?

San Camillo, patrono dei malati, ospedali ed operatori sanitari al suo tempo, vivendo le sfide e le grazie della vita, egli stesso si è conformato a Gesù Cristo. Faceva tutto questo al grado più alto nella sequela di Cristo Crocifisso. Seguire il Cristo Crocifisso? Sì. Da un lato nel proprio essere crocifosso, che la propria vita gli ha posto davanti a lui nel forma di malattie e sofferenze, dall’altro lato nella crocifissione, sofferenze, miserie dei suoi malati. La sua missione è dedicata a questi poveri sofferenti per i quali ha consumato non soltanto la propria vita e vocazione, bensì ha fatto conoscere al mondo la norma evangelica dell’Amore per loro. Dai dati biografici risulta anche il fatto che non sempre andava bene ad ogni suo seguace tale norma evangelica. Allora il Santo ha ammonito i languiti: „Più cuore in quelle mani fratelli!” Tale ammonire, intimazione è valido anche oggi, ma solo per quelli che prendono sul serio il Vangelo durante la pratica della cura dei malati. Senza tale resta solo una frase incomprensibile.

Quest’anno la nostra Famiglia Camilliana contempla l’anno del „cuore”: Partendo dal Sacro Cuore di Gesù e Maria, attraverso il servizio di carità di San Camillo fino ai nostri cuori, vivendo la divina missione. Chiediamo perciò la grazia dell’Onnipotente alla nostra vita e lavoro, per poter sentire „più cuore” nelle nostri mani ed offrirle a coloro che rivolgono a noi e ci affidano i loro cuori.

 

Notizie:

* Vi comunichiamo con gioia che dalla grazia di Dio un nuovo sacerdote camilliano si alzerà dalle nostre radici, il Kovács Levente Gyula. La sua ordinazione sarà il 28 luglio, la prima messa il 29,

* Si avvicinano i dati dei ritiri: tra 13-15 luglio ci sarà a Szőkefalva presso il santuario della Luce, tra 20-22 luglio a Székelyudvarhely nella Casa San Pio. Tutte e due per gli operatori dei malati

* Per i nostri figli e figlie alunni, auguriamo buone vacanze, riposo, allegria e sana distrazione!


Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel/Fax: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@hr. astral.ro


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