Il messaggio della
         Famiglia Camilliana
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Anno XIV, nr. 142 – giugno 2010

Orientati verso gli altri… (Riquadro n. 11 )

Segmenti dal libro di P. Angelo Brusco, Attraversare il guado… ,

 

La persona umana non si realizza in solitudine. Come afferma Gevaert, “l’essere con gli altri, nel suo significato profondo e genuino, significa che il soggetto umano consapevole di sé non è mai senza riferimento ad altri soggetti umani. La sua esistenza è sempre orientata verso gli altri, legata agli altri, in comunione con gli altri. L’esistenza personale si sviluppa e si realizza insieme con gli altri nel mondo. Il senso stesso dell’esistenza è legato all’appello dell’altro che vuole essere qualcuno davanti a me, o che mi invita ad essere qualcuno davanti a lui, nell’amore e nella costruzione di un mondo più giusto e più umano”. E ancora: “la persona ci appare come una presenza volta al mondo e alle altre persone, senza limiti (…). Le altre persone non la limitano, anzi le permettono di essere e di svilupparsi; essa non esiste se non in quanto rivolta verso gli altri, non si conosce che attraverso gli altri, si ritrova soltanto negli altri.

Quando rifletti sulla relazione alla luce della fede, il pensiero corre immediatamente alla Trinità, modello assoluto di ogni relazione. L’amore con cui il Padre si rapporta al Figlio e il Figlio al Padre è così intenso da costituire una persona, lo Spirito Santo. Per avvicinarti in qualche modo a questo mistero, prova a riflettere su alcune delle tue relazioni più significative. Se l’affetto che regna in questi rapporti è veramente intenso, non ti sembra che esso arrivi quasi a costituire un’entità a sé stante?

L’amore che regna tra le persone della Trinità si è manifestato anche nella relazione che Dio ha stabilito con gli uomini, trovando la sua massima espressione nella persona di Gesù: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16).

L’intera vita del Cristo è stata un mirabile racconto dell’amore misericordioso del Padre, manifestatosi nella proclamazione della vangelo, nelle relazioni vissute con i malati, i poveri, gli emarginati e i peccatori. Amore che ha trovato la sua massima espressione nella passione, morte e risurrezione. “Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua vita per noi”(1Gv 3,16).

Se dal cielo discendi a contemplare la scena umana, potrai constatare la varietà dei modi con cui è vista e vissuta la relazione con l’altro. Dall’affermazione del filosofo francese J. P. Sartre secondo il quale gli altri sono l’inferno a quella di Cristo che invita a considerare gli altri come fratelli, c’è tutta una gamma di atteggiamenti quali l’indifferenza, l’odio, la competizione, la solidarietà e l’amore.

E’ inevitabile che lo sguardo rivolto al modo con cui Gesù ha stabilito le sue relazioni susciti in te un sentimento di inadeguatezza. Lungi dal portarti allo scoraggiamento tale reazione deve indurti a imitarlo, consapevole che ti è possibile crescere nella competenza relazionale.

 

Gli angeli custodi al servizio

Era il 22 marzo lunedì prima della domenica delle Palme. La neve cominciava a sciogliersi creando viale sottile nel ghiaccio. Verso sera andavo a tenere una relazione sulla Quaresima per una piccola comunità. Accanto una banca della città, dove la marciapiede si fa sottile a causa della neve, un buco di fango apriva la bocca in mezzo alla marciapiede. Qui sempre la gentilezza è la soluzione, qualcuno deve mettersi a parte per lasciare passare l’altro. Il buco purtroppo è un ostacolo serio, che solo girando attorno si può passare, o se qualcuno ha fretta, dovrà scendere per la strada nel traffico.

A questo luogo mi sono fermata anch’io quando all’improvviso un ragazzo di circa 5 anni stava di fronte a me. Si fermò anche lui, le sue manine tremavano un istante sulla bicicletta, mi guardò con gli occhi azzurri. Senza pensare nulla mi sono mossa istintivamente a parte, per evitare che egli si butti nel fango. Il ragazzo è passato accanto a me, ed io sentivo che sto volando. Avevo la sensazione che la terra e scappata dal di sotto i piedi, e sto cadendo giù. Avevo ancora un attimo di ripensamento, ho teso la mano verso il padre del ragazzo. Il padre – l’angelo custode di servizio – lo stesso senza pensarsi come facevo anch’io, ha teso suo mano prendendo me. Non sono caduta per terra, ma ho sentito il rumore particolare nella caviglia, ero consapevole del male. Il piede si è impiegato tra il marciapiede ed il ghiaccio. Il padre ha visto cosa è successo: dal marciapiede è uscito un ferro di cca. 5 cm, che teneva un sasso per impedire il parcheggio sul marciapiede. Il sasso era scardinato ma il ferro no, nel quale mi sono inciampata. Si è rotta la legatura e l’osso con forte emorragia.

I giovani genitori non mi hanno abbandonato al mio sorte. Sono stati pronti ad aiutarmi tornare a casa, ma quando non potendo muovermi hanno chiamato l’ambulanza. Quello è arrivato subito, il personale è stato molto gentile, mi hanno dato il mano d’aiuto poi mi hanno portato al pronto soccorso dell’Ospedale Generale, dove lo stesso sono stati tutti molto gentili ad aiutarmi.

Dopo tutto questo è cominciato un lungo e faticoso percorso: gesso, cure, con tutto il dolore connesso, l’incapacità di essere me stessa, punture etc. La convalescenza si e prolungato a causa delle complicazioni emersi che hanno fatto pensare sia il medico, che il personale, ma neanch’io stavo fuori preoccupazioni. Però, tale stato di insufficienza mi ha fatto meditare profondamente.

Ho sperimentato, quanto sia importante che il malato abbia tutte le condizioni necessarie per il periodo della malattia. L’ambiente favorevole, la pulizia, il buon umore, il silenzio e l’armonia come il cibo adeguato giocano un ruolo importante nel processo della guarigione.

Rendo grazie a tutti miei angeli custodi che nel momento opportuno si sono soccorsi al mio aiuto. Chiedo la benedizione del Signore per la loro gentilezza, perché anche se camminando più lenta e col bastone, ma col vecchio entusiasmo mi trovo nuovamente in mezzo ai miei cari malati.

 

Preghiera al Sacro cuore di Gesù

Santissimo Cuore di mio Gesù, fonte di ogni bene, ti adoro, confido in Te e spero in Te. Ti amo e mi pento ogni mio peccato. Ti regalo il povero mio cuore, trasformalo mite, paziente, puro ed atto per ogni tua santa volontà. Dammi buon Gesù di poter vivere in Te e che Tu viva in me. Difendimi nelle tribolazioni, nelle oppressioni consolami. Dammi salute, la tua benedizione ad ogni mio impegno e la grazia della santa morire Amen.

 

Notizie:

* Giugno: il mese del Sacro Cuore di Gesù, la festa del Sacro Cuore il termine dell’anno dei sacerdozi. Preghiamo in continuare per i nostri pastori. Tale festa è una festa promessa a Csí1kcsomortán.

* Gli esami del fine dell’anno scolastico degli alunni si continuano. Preghiamo per i nostri figli.

Gevaert J., Il problema dell’uomo, LDC,Torino, p. 33.

Mounier E., Il Personalismo, A.V.E., Roma 1974, p. 48.

 


Con affetto, Bakó Mária Hajnalka, RO – 530 194 Csíkszereda, Hunyadi János, 45/A/27, Tel/Fax: 0040 366 10 22 55 / 0040 721 088 154 / e-mail: mariabako@hr. astral.ro


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